Abstract
Le ricerche compiute dall'A. su numerose popolazioni europee di Dugesia lugubris (O. Schmidt) hanno messo in evidenza 6 biotipi, caratterizzati da differenze nel corredo cromosomico e nelle modalità di sviluppo dell'uovo: Biotipo A, con 4 bivalenti negli ovociti; è diploide ed anfigonico. Biotipo B, con 12 bivalenti negli ovociti; è esaploide nella linea femminile e gli ovociti presentano normale meiosi; lo sviluppo è ginogenetico poiché il nucleo spermatico, dopo aver attivato l'uovo, si dissolve (pseudogamia). La linea somatica è triploide (12 cromosomi) e la condizione esaploide della linea femminile si realizza mediante raddoppiamento cromosomico al momento della formazione degli ovogoni dalle cellule totipotenti triploidi. La linea maschile è diploide (almeno di norma) e ciò in seguito ad eliminazione di una serie aploide al momento della formazione degli spermatogoni dalle cellule totipotenti. Biotipo C, con 12 univalenti negli ovociti; è triploide ed asinaptico nella linea femminile; l'ovogenesi si svolge con una sola divisione di tipo mitotico e lo sviluppo è pseudogamico, per cui lo zigote è pure triploide. La linea maschile è diploide e sinaptica (4 bivalenti negli spennatoci ti). Biotipo D, con 16 univalenti negli ovociti; è tetraploide e asinaptico nella linea femminile e pseudogamico. Biotipo E, con 4 bivalenti negli ovociti non corrispondenti a quelli del biotipo A; presumibilmente anfigonico. Biotipo F, con 3 bivalenti negli ovociti, pure diversi da quelli dei biotipi precedenti; è anfigonico. I biotipi A, B, C, D sono tra loro interfecondi e quindi legati da stretti rapporti genetici, ciò che è confermato dalla omologia dei rispettivi corredi cromosomici. Il numero base è rappresentato da 4 cromosomi, dei quali uno, che è il maggiore, submetacentrico e tre, di dimensioni diverse, acrocentrici. Gli ovociti asinaptici del biotipo C mostrano chiaramente tre serie omologhe e quelli del biotipo D quattro serie. Nei biotipi A e B le mitosi di cellule somatiche mostrano rispettivamente due e tre serie omologhe; inoltre negli ovociti del biotipo B la frequenza dei chiasmi è circa tre volte quella del biotipo A. Tutto ciò dimostra che i biotipi B, C, D sono degli autopoliploidi, che in seguito alla acquisizione della pseudogamia hanno potuto conservarsi e diffondersi. L'incrocio tra questi quattro biotipi ha portato ad interessanti risultati, dai quali si possono desumere alcune delle probabili tappe percorse dalla specie nel suo processo microevolutivo. I biotipi E ed F appaiono invece riproduttivamente isolati, sia tra loro sia con i quattro biotipi precedenti; per questa ragione e per le peculiarità del corredo cromosomico è logico supporre che essi abbiano raggiunto un differenziamento di livello specifico (specie criptiche); ogni conclusione definitiva al riguardo richiede tuttavia ulteriori ricerche, anche di carattere morfologico. La distribuzione geografica dei vari biotipi dimostra che quello B ha la più ampia diffusione, e ciò si spiega tenendo presenti le sue condizioni genetiche (elevata ploidia e normale meiosi nella linea femminile, unite a sviluppo pseudogamico). Altro reperto degno di rilievo è l'addensamento di biotipi nella penisola italiana, che la fa ritenere il centro od uno dei centri principali di variazione genetica della specie.