FLORA E VEGETAZIONE

Abstract
In questa memoria l'autore studia la flora e la vegetazione dei terreni derivati dalla serpentina, eufotide, diabase e ftanite, che costituiscono gli affioramenti ofiolitici dell'Alta Valle del Tevere. Nella prima parte, dopo aver descritto le caratteristiche geomorfologiche del territorio studiato (p. 5) e tratteggiate le condizioni climatiche della Valle (p. 11), l'autore studia il suolo di alcune stazioni caratteristiche della serpentina e dell'eufotide eseguendo le seguenti determinazioni: Umidità, Costituzione meccanica, Concentrazione idrogenionica (pH), Contenuto in Carbonati, Calcio di scambio e Magnesio di scambio. Descritti i campioni di terreno studiati (p. 21) e riportate le analisi di essi (p. 27), l'autore prende in esame le caratteristiche dei terreni della serpentina e dell'eufotide confrontandole tra di loro e con i corrispondenti terreni di altre parti d'Europa e di America. L'autore conclude (p. 36) che il suolo dell'eufotide è assai più favorevole alla vita vegetale di quello della serpentina, il quale ultimo è particolarmente inospitale per le piante e caratterizzato, almeno nelle stazioni dove si sviluppa la vegetazione caratteristica della serpentina, da una grande quantità di magnesio, da un'accentuata povertà di calcio e da un rapporto Mg O: Ca O > I. Nel capitolo destinato allo studio della flora l'autore tratteggia la storia dell'esplorazione botanica (p. 37), stabilisce le forme e sottoforme biologiche adottate (p. 38) ed elenca le specie raccolte nelle ofioliti dell'Alta Valle del Tevere (p. 40), descrivendo alcune varietà e forme nuove e completando i dati di raccolta con note critiche. Infine calcola lo spettro biologico delle flora (p. 76) ed in base al confronto di esso con lo spettro biologico di altre ragioni conclude che la flora di queste ofioliti è di tipo submediterraneo, ma con qualche affinità con la flora euro-centrasiatica. Nel capitolo seguente (p. 80) l'autore, dopo aver illustrato i metodi di analisi ed i criteri d'interpretazione usati nello studio dei consorzi vegetali (p. 80) (1), studia attraverso 42 rilevamenti statistici i principali consorzi vegetali della serpentina, dell'eufotide e dei terreni misti riconoscendo in base al grado di evoluzione da essi raggiunto, che va di pari passo con l'evoluzione del suolo, i seguenti tipi di vegetazione: Nella serpentina: 1) Vegetazione delle stazioni rupestri (p. 86).–2) Vegetazione dei ghiaioni (p. 92).–3) Vegetazione delle stazioni calanchiformi (p. 99).–4) Vegetazione delle pietraie (p. 103).–5) Vegetazione delle stazioni con terreno abbondante (p. 129).–6) Vegetazione dei «pantani» (p. 199). Nell'eufotide: 1) Vegetazione delle stazioni calanchiformi (p. 207).–2) Vegetazione delle stazioni con pietrisco (p. 211).-3) Vegetazione delle stazioni con terreno abbondante (p. 217).–4) Vegetazione dei « pantani » e degli « aggallati » (p. 230). Nei terreni misti: 1) Vegetazione dei terreni derivanti da diabase, eufotide e serpentina (p. 234).–2) Vegetazione dei terreni derivanti dalle breccie ofiolitiche e dalle ftaniti (p. 239). Di ciascun tipo l'autore descrive le caratteristiche cercando di stabilire le affinità e le differenze di ciascuno di essi tra di loro ed anche con i corrispondenti tipi di vegetazione che si sviluppano nei terreni ofiolitici di altre parti di Europa. L'autore mostra l'esistenza nella serpentina di alcuni tipi di consorzi caratteristici di questo substrato e precisamente i consorzi delle pietraie, che sono di gran lunga i meglio rappresentati in tutti gli affioramenti, quelli cacuminali, nei quali prendono grande sviluppo le tero- fite, e quelli dei pantani. Le cenosi più evolute della serpentina sono quelle della prateria, mentre il bosco è dovunque poco progredito e non si origina sul posto, ma proviene sempre dai terreni circonvicini di altra natura pedologica. Nei riguardi dei consorzi dell'eufotide l'autore mostra che la vegetazione di questo substrato è in generale più evoluta di quella della serpentina e più affine a quella dei terreni calcarei e silicei limitrofi. Nell'eufotide il bosco rappresenta il tipo di vegetazione più evoluto e prende origine sul luogo. Nello studio dei terreni ofiolitici misti, molto scarsamente rappresentati nell'Alta Valle del Tevere, l'autore dimostra che la vegetazione di essi è ancor meno caratteristica di quella dell'eufotide; tuttavia anche questi terreni, sia pure in minor grado della serpentina e dell'eufotide, ospitano relitti e piante caratteristiche, assenti negli altri terreni della valle. Nel capitolo dedicato all'ecologia delle piante nella serpentina l'autore, dopo aver stabilita la nomenclatura da usarsi (p. 243), prende in esame i principali problemi ecologici connessi con la vita vegetale in questo substrato. Al problema se vi siano piante caratteristiche della serpentina l'autore risponde affermativamente e raggruppa queste piante in tre categorie: serpentinofite tipiche, ritrovate esclusivamente nella serpentina (p. 245), serpentinofite preferenziali, viventi di preferenza sulla serpentina ma presenti anche in altri substrati magnesiaci (p. 253), e relitti serpentinicoli, che oggi noi ritroviamo esclusivamente o prevalentemente nella serpentina, dove vivono in stazioni di rifugio, ma che in epoche antecedenti alla nostra vivevano anche in altri substrati (p. 256). Di ciascuna categoria l'autore elenca le specie presenti nelle ofioliti qui studiate. Il secondo problema che l'autore si pone è quello di ricercare se vi sono specie che non possono essere coltivate in substrati diversi da quello della serpentina (p. 258). Questo problema rimane insoluto perchè le colture sperimentali sono troppo poche e troppo male eseguite. L'autore cerca quindi di stabilire (p. 259) i fattori che influiscono sulla flora e...