Abstract
L'A. ha studiato la composizione floristica del monte Alburno, situato nell'Appennino meridionale in quella regione montuosa che è chiamata Cilento (cfr. fig. 1); da questo studio risulta che la flora finora conosciuta per questo monte comprende 919 taxa, dei quali solo una settantina erano già noti in precedenza. Nel corso del suo lavoro l'A. ha rilevato la presenza di numerosi taxa critici, nuovi o rari per questi territori (Juniperus communis var. hemisphaerica, Dianthus Caryophyllus subsp. virgineus, Dianthus monspessulanus, Aquilegia Ottonis, Berberis aethnensis, Brassica incana, Trifolium patulum, Acer Opalus var. plur., Viola sp. plur., Ballota acuta, Thymus striatus, Galium rotundifolium subsp. ovalifolium, Valeriana montana var. plur., Glyceria spectabilis, ecc.), per i quali fornisce alcune notizie di carattere fitogeografico (cfr. le carte delle figg. 4, 9–11 e 19–29). In molti casi inoltre è stata condotta una revisione critica della sistematica e della nomenclatura, specialmente in rapporto a quella usata nella Flora Analitica d'Italia di A. FIORI (1923–29), e sono state create alcune combinazioni nuove (cfr. pag. 611). L'esame dello spettro biologico e della distribuzione geografica delle singole specie dimostrano che la flora del monte Alburno ha un carattere prevalentemente mediterraneo, leggermente alterato dalla presenza di specie continentali centroeuropee; un notevole influsso esercitano invece gli elementi orientali (balcanici), influsso che mette in evidenza quanto accentuato sia il legame floristico delle regioni meridionali d'Italia con la penisola Balcanica.